Arriva da una circolare del Ministero dell’Interno l’ultima novità in fatto di burocrazia e
digitalizzazione. Sarà infatti ora possibile esibire il contrassegno assicurativo anche in formato
digitale. La circolare riporta: “Nel caso di stipulazione di contratti di assicurazione obbligatoria
della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore, la trasmissione del
certificato di assicurazione avviene su supporto cartaceo tramite posta o, ove il contraente abbia
manifestato il consenso ai sensi del comma 2, su supporto durevole, anche tramite posta
elettronica”. Che tradotto in un linguaggio meno “politichese” significa che il formato in pdf del
certificato di assicurazione assumerà un valore legale pari alla sua classica versione su carta.
Ciò comporta che in caso di controlli il certificato di assicurazione potrà essere esibito tramite
qualsiasi device digitale in grado di leggere un pdf, come laptop, smartphone e tablet. D’altra parte
non è la prima mossa da parte del Governo verso lo snellimento dei tempi di controllo tramite la
tecnologia digitale. È già da tempo, infatti, che le forze dell’ordine si servono a tale scopo
dell’ausilio di apposite app attraverso le quali, con il semplice inserimento della targa, possono
riscontrare da un vastissimo database l’eventuale presenza di illeciti ad essa collegata. In alcuni
comuni della provincia napoletana è stato da non molto lanciato il nuovo “street control”, sistema
informatizzato attraverso il quale una telecamera posizionata sul tettuccio di una volante delle forze
dell’ordine può leggere e controllare automaticamente le targhe dei veicoli in circolo e in sosta in un
raggio di 20 metri. Solo con questo sistema è possibile verificare le infrazioni di divieto di sosta,
regolare assicurazione e revisione e, non ultimo, se il veicolo risulta rubato.
La nuova circolare quindi non fa che assecondare un trend già pienamente funzionante, rendendo la
circolazione più sicura, i controlli più veloci e, sicuramente, la vita più difficile ai soliti “furbetti”.